Un bilancio per ri-partire

Sono le 02.15 di mercoledì 12 gennaio 2011 e credo sia giunto il momento di fare un bilancio riguardo quello che si è mosso (o non mosso) sugli organi di stampa dopo la proiezione del documentario di Enzo, avvenuta il 04/01/2011, e dopo la lettera aperta che ho inviato il 10 gennaio ad una numero ampio di Redazioni giornalistiche che, direttamente o indirettamente, si prefiggono di raccontare ciò che accade nella città di Enna.

Voglio evitare di cimentarmi in una disquisizione analitica su tutte le testate che avevo messo in indirizzo; preferisco, piuttosto, elencare alcune cose che mi hanno colpito. Un mio compagno, Tanino Virlinzi, che è poi anche un maestro per me, mi ha insegnato che l’aneddotica è uno strumento efficacissimo per spiegare la realtà, un pò come la satira. Tanino mi racconta sempre che, quando io non ero ancora nato, «l’Unità», l’organo d’informazione del Pci che ha costituito il sussidiario educativo per centinaia di migliaia di lavoratori del nostro Paese, pubblicava al suo interno una rubrica intitolata “Chi se ne frega!” che, per l’appunto, si occupava di scrutare tutti i quotidiani dell’epoca e di stilare un elenco di quegli articoli verso cui, molto probabilmente, la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica non nutriva alcun interesse. Qual’era l’obiettivo del giornale? Quello di alimentare un po di humor? Probabilmente si, ma soprattutto il quotidiano fondato da Antonio Gramsci provava a far comprendere ai lettori come i grandi organi d’informazione forgiavano le coscienze QUOTIDIANAMENTE, facendo perdere la percezione di una realtà che era ben diversa, che era fatta di guerre, sfruttamento, corruzione e quant’altro. Fatta questa premessa, propedeutica per il prosieguo del discorso, veniamo a noi.

  • Il solerte Dedalo, diretto da Massimo Castagna, picchiatore fascista in gioventù ed oggi alla corte di Mirello, ha pubblicato per primo la mia lettera. In verità, la stessa non era stata scritta con questo scopo, com risulta chiaro dal suo contenuto; tuttavia, il sito-periodico “labirintico” mi ha fatto questo favore. Ma con quale scopo? E’ ben comprensibile dall’inciso: «Rifondazione Comunista ci ha inviato una lettera con la quale pone l’accento sulla poca attenzione dei mezzi di comunicazione su un documentario girato da un ennese. Questo il testo […]». Incredibile! Come a voler dire : “quei rompicoglioni dei comunisti hanno fatto l’ennesima protesta; leggete cosa dicono!”. Risposte? Approfondimenti? Richieste di chiarimenti con l’autore del video, i cui recapiti erano riportati nella lettera e non bisognava fare alcuno sforzo per recuperarli? Nulla! Ma c’è di più: la lettera non è stata inserita tra le notizie del blog, ma messa in una rubrica a latere, assieme ai seguenti “interessantissimi” articoli: «L’Università a Enna nel 1996», «I sogni son desideri»  e «Lettera a Babbo Natale». Non solo; nella newsletter giornaliera che inviano agli iscritti, della lettera non v’è traccia, preferendo piuttosto fornire le seguenti notizie: «Il PDL ha designato il nuovo coordinatore di Enna», «L’Epifania del cral dei dipendenti regionali» e, lupus in fabula, «Il PD ennese vota contro Lombardo: percentuali bulgare» (newsletter del 10/01/2011). Ancora: «Cerimonia di conferimento laurea honoris causa al Patriarca di Gerusalemme Mons. Fouad Twal, alla Kore», «Grande successo della pista di ghiaccio» e «Il Sindaco di Enna primo fra i Sindaci siciliani in un sondaggio del “Sole 24 ore”» (newsletter dell’11/01/2011). Su quest’ultima notizia, peraltro, evidentemente nessuno ha spiegato a questi che, diversamente dal resto della Sicilia, ad Enna le elezioni amministrative si sono tenute in anticipo, a causa della mozione di sfiducia approvata a suo tempo dal Consiglio comunale nei confronti di Ardica e presentata dall’allora Capogruppo dei Democratici di Sinistra e oggi Sindaco di Enna. Ciò vuol dire che, con tutto il rispetto per Paolo Garofalo, tolti i mesi estivi (Garofalo è stato eletto nel ballottaggio del 13 e 14 giugno 2010), comunemente considerati come “di ordinaria amministrazione”, l’attuale sindaco di Enna amministra da quattro mesi e mezzo. Dunque, anche se Garofalo è riuscito nella straordinaria impresa di procurarsi in un così breve arco di tempo una maggioranza ostile in Consiglio comunale, è oggettivamente presto e difficile per qualsiasi cittadino/a giudicare la sua azione complessiva, non credete? Infine, andiamo alle notizie di oggi: «Visita guidata alla Chiesa di Santa Maria del Popolo», «Questa sera al Duomo “Madonna dell’11 gennaio”» e «Grande successo della pista di ghiaccio» (la cui struttura è stata data in affidamento niente poco di meno che..alla Campus, la succursale universitaria del PD!!!).
  • Ennanotizie.info. Questa è esilarante. Il Direttore è Mario Barbarino, presente all’iniziativa del 4 gennaio. Le notizie pubblicate ad oggi, in un sito comunque con una tempistica di aggiornamento mediamente più lunga degli altri, sono: «IL SINDACO FAUSTO CARMELO NIGRELLI HA INCONTRATO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO» (cosa peraltro non vera: ha partecipato ad una nobile manifestazione in cui era presente Napolitano), «DARIO CARDACI, È STATO CHIAMATO A GUIDARE IL PDL NELLA CITTÀ DI ENNA» ( di nuovo!!!) e «AGIRA:”SAGRA DEL CONIGLIO”». Tranquillo, comunque, Mario; vivendo di sponsors quali “Sicilia fashion village” e “ERSU della Kore di Enna” ti compatiamo, non potevi fare altrimenti!
  • La SiciliaVivienna. Come avevo scritto nel precedente post, mi ha contattato un corrispondente de La Sicilia, tale William Savoca, che poi si è compreso essere anche corrispondente di Vivienna. Intorno alle 14.30 dell’altro ieri, lunedì 10 gennaio, ci siamo sentiti con questo signore. Gli ho detto: “guarda che io posso fornirti il MIO parere sull’iniziativa del 4 gennaio; sarebbe più opportuno però, come ho scritto nella lettera, che contattassi l’autore del documentario..”. Così, dopo avermi spiegato che non c’era alcuna intenzione del giornale di censurare l’iniziativa, gli ho dato il recapito di Enzo (che poi  ha chiamato, per conferma dello stesso interessato). Vivienna risulta collegata a Vivisicilia e di proprietà di Viviana Primavera, presente anch’essa, come il Barbarino, alla presentazione del documentario di Enzo. La signorina evidentemente non ha trovato parole per scrivere un pezzo ma, ad ora, nemmeno il Savoca se, com’è facile scorgere, su Vivienna di oggi appaiono le seguenti notizie: «Rassegna jazz ad Enna» (cioè una rassegna curata dal fratello della signorina Primavera, Emanuele, che è poi il beneficiario di un posto di lavoro alla Kore, come risulta da un articolo pubblicato tempo fa su questo blog), «Enna. Alla scoperta della chiesa di Santa Maria del Popolo» e «Enna. Incontri alla chiesa S.Maria del Popolo “Basi di ogni relazione: accettazione reciproca o competizione mascherata?”». Ah, dimenticavo: il Direttore di Vivienna è il padre della signorina Viviana, Giuseppe. Tutto in famiglia insomma! E La Sicilia? Questi i titoli di oggi: «In 7 Comuni vince il “no” del PD a Lombardo», «Garofalo è il sindaco più gradito in Sicilia» (e basta…) e, tra le brevi, «Fercolo della Vergine oggi in esposizione» (incredibile, l’articolo è di quel William Savoca che mi aveva contattato, che poi è anche confrate di Maria SS. della Visitazione..e allora..).
  • Infine, due note che mi sembra corretto scrivere. Mi è stato comunicato che, nell’edizione di domenica 09/01/2011, il Giornale di Sicilia ha pubblicato un pezzo sull’iniziativa. Io non ho avuto modo di visionarlo, quindi prendo l’informazione col beneficio del dubbio. Se qualcuno è in grado di confermare la notizia lo faccia sapere, magari inviando anche il pezzo. Se ciò, comunque, dovesse risultare vero, pur criticando il ritardo e la non felice scelta di pubblicare l’articolo la domenica, e a distanza di sei giorni dalla presentazione del documentario, prendo con piacere atto della cosa. A ciò aggiungo che il Giornale di Enna ha pubblicato la mia lettera col titolo «Rifondazione, “Noi censurati dai media”» nella rubrica “Lettera al Direttore“. Anche qui: com’è leggibile nella lettera che ho scritto, non ho mai affermato che “noi”, inteso come Rifondazione Comunista, siamo stati censurati dai media, almeno non questa volta. Nella lettera inviata ai Direttori delle principali testate giornalistiche ennesi scrivevo infatti che un’iniziativa importante, capace di aggregare centinaia di giovani, era stata, questo si, “censurata dai media”. Ad ogni modo, ringrazio il Direttore del giornale e Josè Trovato, che in via del tutto autonoma ha sentito l’esigenza di girare la lettera al suo Direttore anche se questi non era compreso nell’indirizzario per la semplice ragione che, essendo la testata di recente costituzione, era fuori dalla mia conoscenza. Ha di conseguenza ragione il Direttore del Gironale di Enna a scrivere di non avere responsabilità, così come è apprezzabile il fatto che lo stesso Trovato, specialista in cronaca giudiziaria, non abbia scritto nulla, essendo egli stesso “protagonista” del documentario  e dunque tacciabile di parzialità.

Fatto quest’approfondimento, io credo che la questione originaria del “che fare?”, per dirla con Lenin, rimanga tutta. La manifestazione del 4 gennaio ha visto la partecipazione di centinaia di ragazzi/e; il trailer del documentario di Enzo ha avuto oltre 1 500 visualizzazioni su youtube, e non sappiamo, ma immagino molte di più, quante ne avrà il video completo che a breve sarà messo on-line; la mia lettera è stata letta sul mio blog da oltre 200 internauti e, anche qui, non sappiamo quante letture abbia ricevuto sui due siti in cui è stata pubblicata, Dedalo e il Giornale di Enna, al netto  delle considerazioni fatte sopra.

Vi è, a mio avviso, una massa critica che richiede rappresentanza e, ancor di più, che richiede luoghi attraverso cui esprimersi, essere, ribellarsi. Io sono comunista, e “a testa alta”, assieme al mio partito, credo possa dire di sostenere da tempo, spesso in maniera isolata, ciò che Enzo ci ha fatto vedere nel suo documentario; Enzo, dal canto suo, fa un lavoro “in solitudine” ma eccezionale e, su questo, è inutile sprecare parole; la neocostituita associazione “Terra Matta“, promotrice dell’iniziativa del 4, si propone importanti traguardi e su questi sta lavorando assiduamente (penso alla mostra di pittura che sta organizzando per aprile). Potrei continuare nell’elenco di quei tanti e di quelle tante che hanno trovato un luogo, uno spazio, pur piccolo, attraverso cui esprimersi. Eppure, non credete che sia giunto il momento di fare un passo più grande? Di unire, anche in maniera confederata, la massa critica, ribelle, che legge, che partecipa, che si informa…che si indigna? Senza dismettere ognuno i propri abiti, senza abbandonare le proprie identità ma, questo si, offrendo le proprie priorità ad un soggetto plurale ed unitario, in grado di rappresentare i desideri di tutti e tutte? Io credo di si. A mio avviso l’idea di “marciare separati per colpire uniti” si è schiantata contro quel muro impermeabile del “sistema-Enna” le cui basi marce, fatte di corruzione, clientelismo, cambi oculati di casacca, hanno prodotto inefficienza, povertà (sotto tutti i punti d vista) ed ingessatura del dibattito pubblico.

Io credo che serva un cambio di rotta, anche nella nostra strategia. Diamoci un appuntamento, creiamo uno spazio che sia nostro, non estemporaneo, ma stabile ed efficace, che possa avviare un percorso di ricomposizione di tutte le Insorgenze che sole, ed unite, possono dare una spallata al mondo che ci circonda.

11 Risposte to “Un bilancio per ri-partire”

  1. Michele Says:

    mi piace molto…complimentoni!Non trovo altre parole che questa.

  2. Un bilancio per ri-partire Says:

    […] signorina Viviana, Giuseppe. Tutto in famiglia insomma! E La Sicilia? Questi i titoli di oggi: «In 7 Comuni vince il “no” del PD a Lombardo», «Garofalo è il sindaco più gradito in Sicilia» (e basta…) e, tra le brevi, «Fercolo della […]

  3. ivan Says:

    Caro Carmelo, ero proprio in seconda fila quella sera a vedere assieme a te il documentario, apprezzabile nei contenuti ma di qualità audio/video pessima, peccato! Un buon reportage, in termini di spunti giornalistici, privo però totalmente dei requisiti minimi di qualità professionale. Apprezzo comunque lo sforzo…. Andiamo a noi , sai che ti stimo e mi permetto di parlarti con tono confidenziale perchè eri un bimbo quando venivi al liceo classico con la mamma, mia straordinaria e bravissima insegnante di latino e greco. Se oggi puoi esprimere le tue idee e chiamare a raccolta tutti gli “pseudo” censurati ….non si capisce da chi … puoi tranquillamente farlo dalle colonne di questo blog nel pieno rispetto della libertà di espressione… premetto che non voglio fare alcuna polemica ma darti alcune pillole di formazione professionale minima se intendi avviarti sulla strada del giornalismo. Appare evidente il duro attacco che fai ad alcune testate giornalistiche ennesi e ai loro contenuti. Con grande dovizia hai riportato i titoli, convinto che la notizia del documentario fosse molto più importante. Chi ti pala non è al soldo di nessun politico, non ha mai fatto politica né ha mai avuto una tessera di partito. Nessun politico dunque ha provveduto alla mia carriera professionale né mi ha sistemato. Faccio questa premessa non per piaggeria personale ma perché posso permettermi di scrivere e parlare a schiena dritta. Ti faccio presente che dissento totalmente da ciò che scrivi perché difendo la categoria, prima di tutto perchè faccio il segretario provinciale dell’associazione della stampa e poi perché posso darti garanzia sulla qualità e sulla preparazione di molti colleghi, fra questi sicuramente William Savoca sul quale non ti permetto assolutamente di fare ironia o peggio disquisire sulle sue qualità professionali. Forse non sai con quanto sacrificio e spirito di abnegazione si fa il collaboratore di un quotidiano in una provincia come la nostra e di quanto carico di frustrazione si provi nel non riuscire a emergere o vedere pubblicati integralmente i propri pezzi. Per fortuna che c’è il pluralismo dell’informazione e ognuno può farsi la propria idea. Andiamo invece ai direttori responsabili delle testate giornalistiche, regolarmente registrate al tribunale di Enna. Sull’opera del direttore vigilano, quindi, i Consigli dell’Ordine e i tribunali. Si capisce così la ratio dell’ordinamento giuridico che vuole per ogni pubblicazione la registrazione in tribunale e un direttore: la legge garantisce i terzi, cioè i cittadini, che quel giornale ha un responsabile, tenuto a rispettare e a far rispettare la legalità anche deontologica, e che eventualmente risponde degli abusi della libertà di stampa. Chi sostiene che i giornali online possano esistere senza registrazione non ha a cuore la tutela di valori fondamentali: l’interesse dei cittadini a ricevere un’informazione corretta e l’interesse di quanti lavorano da giornalisti nel web di veder rispettata la loro dignità sociale e professionale. Il direttore responsabile giornalista professionista o pubblicista, è vincolato obbligatoriamente a rispettare le regole deontologiche fissate per legge, per contratto e nel Codice della privacy; può avviare al praticantato nuove leve, può essere palestra di futuri pubblicisti. L’articolo 3 della legge 633/1941 sul diritto d’autore enumera tra le opere collettive dell’ingegno anche le riviste e i giornali (e alle riviste e ai giornali è poi dedicata la sezione II del Capo IV della legge). Il successivo articolo 7 afferma che “è considerato autore dell’opera collettiva chi organizza e dirige la creazione dell’opera stessa”. Il direttore responsabile – alla luce anche dell’articolo 6 del Cnlg e dell’articolo 57 del Cp – è pertanto l’autore dell’opera collettiva dell’ingegno denominata “giornale” o “rivista” (anche telematica). I poteri del direttore sono fissati dal Cnlg (Contratto nazionale di lavoro giornalistico). Dice l’articolo 6 del Cnlg: È il direttore a fissare ed impartire le direttive politiche e tecnico-professionali del lavoro redazionale, stabilire le mansioni di ogni giornalista, adottare le decisioni necessarie per garantire l’autonomia della testata, nei contenuti del giornale e di quanto può essere diffuso con il medesimo, dare le disposizioni necessarie al regolare andamento del servizio “. Il direttore responsabile, alla luce dell’articolo 57 del Cp, risponde penalmente di tutto quello che viene pubblicato sul giornale, quindi non solo gli articoli, ma anche la rubrica delle lettere, le inserzioni e i testi pubblicitari. L’articolo 57 (letto in maniera coordinata con l’articolo 7 della legge 633/1941 e con l’articolo 6 del Cnlg), quindi, dà al direttore il potere di controllare articoli, rubrica delle lettere, inserzioni e testi pubblicitari e dall’altro lato obbliga gli articolisti, i curatori delle lettere, delle inserzioni e dei testi pubblicitari a ubbidire. L’ultima parola spetta sempre al direttore responsabile. Il direttore è il punto di riferimento professionale e anche morale per i giornalisti della sua testata. Un giornale (online, cartaceo, televisivo oppure radiofonico) senza direttore responsabile è come una nave senza nocchiero. Tanto dovevo prima che chiunque possa permettersi di attaccare i giornalisti. Comunque sono pronto a qualsiasi confronto pubblico e/o privato!
    Ivan Scinardo (segretario provinciale Associazione siciliana della stampa)

  4. Gabo Says:

    Non mi riesco a trattenere dal non commentare, ciò che leggo.
    Premesso che condivido pienamente i contenuti degli interventi di Carmelo, anche se i toni sono elevati e da ammorbidire. Scinardo come è legittimo che sia, difende l’onorabilità e la professionalità dei propri giornalisti nell’ordine. E tutto ciò che scrive è sacrosanto dato i toni utilizzati da Carmelo.
    Ma sul nocciolo del problema su cui ha disquisito l’autore di questo blog, non ci ha dato una risposta. Nessuno mette in dubbio le qualità e le competenze professionali dei giornalisti della provincia. Ma come è possibile che i giornalisti presenti alla proiezione del film, non abbiano buttato giù 2 righe, data la grande partecipazione a questo evento di giovani e associazioni? Secondo lei, è stato garantito il diritto di cronaca ai lettori delle testate locali? Va bene che il singolo giornalista non ha l’obbligo di raccontare i fatti e di pubblicare un’articolo, ma quando si riscontra una non volontà estesa, mi pare la situazione preoccupante. Spero vivamente che non si giri attorno al problema, senza che vanga data una risposta.

  5. Marcos Says:

    Devo fare i miei complimenti a Carmelo che non conosco personalmente (a differenza di Ivan) ma che apprezzo profondamente in quanto si espone sempre in prima persona in difesa dei diritti dei cittadini ed è pronto a combattere il marciume che ormai oggigiorno ci circonda e cerca di infettarci!!
    Sull’articolo sovrastante mi trovo in pieno accordo e non posso che continuare a esprimere il mio gradimento soprattutto per la sua complettezza, per il coraggio e per l’ironia con la quale questo è stato scritto che fa sorgere nel lettore la voglia di informarsi.
    Il diffondersi di questi blog aiuta il cittadino a prendere coscenza di quello che accade e in particolar modo aiuta il cittadino a ricordare che ci si puo e ci si deve incazzare e combattere, visto che (come espresso nel documentario di Enzo) c’è la volontà di chi amministra di voler lasciare il cittadino al suo posto e di non farlo entrare nella vita politica della polis perchè altrimenti (citando adesso Moltalbano) “romperebbe troppo i cabbasisi”.
    Volevo criticare il commento di Ivan che oltre a specificare i rapporti con l’autore del blog e 2 righe stentate sul film non esprime una vera posizione ne peraltro agevola il lettore con i suoi inutili riferimenti agli articoli del Cped infine volevo in particolar modo criticare Ivan per non essere intervenuto, essendo presente, al dibbattito finale dopo il film la sera del 4 gennaio per poter esprimere i suoi dubbi sul film e poter permettere al “regista” (virgolettato perchè non è il suo mestiere) di poter controbbattere, difendersi e spiegare…COME LUI HANNO FATTO MOLTI…

  6. andrea Says:

    Carmelo ce la sa. E dice cose sacrosante e documentate.
    La filippica à la Azzecagarbugli di Ivan, è a mio avviso totalmente fuori luogo.
    Ivan prima dice che non è vero che manca la libertà di espressione perché Carmelo ha potuto scrivere su un blog e poi dice che i blog ledono la professionalità dei giornalisti “veri”, cioè quelli tesserati. Tralasciando il fatto che l’ordine dei giornalisti è una “conquista” del ventennio e che in molti dei paesi detti democratici non esiste, mi pare che Ivan sbagli prospettiva.
    Carmelo non nega che c’è libertà di espressione (su internet), ma denuncia che il diritto del cittadino a essere informato sulle cose rilevanti (a suo – e anche mio avviso) è usurpato da chi glissa sui fatti scomodi, come la presentazione dell’inchiesta di Enzo.
    Al di là della professionalità dei giornalisti in questione, si pone il problema giornalistico e politico di una stampa ennese che fa quadrato attorno al potere – mi si passi l’ossimoro – con un silenzio all’unisono.
    La domanda di Carmelo e di molti altri ai signori giornalisti è: possibile che tutte queste testate abbiano ritenuto più importanti le varie feste do pani cunsatu rispetto alla presentazione? possibile che nessuno abbia neanche ritenuto opportuno smerdare Enzo nel merito (dimostrando che i dubbi che pone sono illegittimi) o nel metodo (dicendo magari che l’audio faceva cacare e quindi si sospetta che i contenuti siano dello stesso livello)?

  7. Tonino Says:

    Concordo con Ivan sull’opportunità di un confronto pubblico, civile, sul tema. Ma gli chiedo: che senso ha sciorinare quest’elenco di codici e numeri a caso? Non ho capito cosa c’azzeccano con la critica di Carmelo. In ogni caso, Ivan, cosa ne pensi delle centinaia di rubrichette che il labirintico Dedalo – per citare un giornaletto a caso – propone alle sete d’informazione della pubblica opinione, col solo scopo di creare contenuti ad capocchiam in cambio di tessere nuove di zecca? Ti risulta, ad esempio, che i giornali paghino gli articoli ai pubblicisti, come la legge prescrive? A me, che faccio il tuo stesso mestiere (senza tessere) non risulta. E ancora, non credo che Carmelo giochi al piccolo Montanelli: pone ai responsabili dell’informazione locale una domanda: com’è possibile che nel centro della città, in un luogo pubblico, si proietta un filmato che spara a zero sulla classe dirigente e nessuno ritiene sia il caso di parlarne? E anche quando i misteriosi criteri di notiziabilità delle grandi testate locali fossero altri, ti ricordo che in quel video c’erano interviste pesanti. Non ricordo servizi su Salerno non ripresi dagli organi d’informazione locale.
    Per ciò che concerne la qualità tenica del filmato sono d’accordo sul giudizio negativo. Tuttavia invito i puristi a commentare, giorno per giorno, la prosa dei molti professionisti cui l’Ordine affida il racconto della realtà. Chi ha provato disturbo ascoltando l’audio elaborato da Enzo – un giovane squattrinato che ha investito sei mesi della sua vita e 100 euro per produrre il documentario – cosa proverà al cospetto della sintassi esibita eroicamente dal Castagna? Per restare in tema di labirinti…

  8. pitone Says:

    Sta volta ti sei voluto proprio sciacquare la bocca…bunu a fattu, ci stava tutta!
    Spero di potere vedere presto il video che mi sono perso.
    Ciao

  9. seb Says:

    Carmelo ha fotografato lucidamente la situazione, condendola con spunti succosi..Riguardo il disOrdine dei giornalisti ce ne sarebbe da dire. I primi a ledere il giornalismo sono proprio le decine e decine di pubblicisti “laureati” da dedalo e C. Forse Ivan, visto il ruolo che ricopre, farebbe bene a concentrarsi sull’universo dei collaboratori non pagati e sfruttati dai “mammasantissima” del giornalismo ennese. Penso che una sua difesa in quel caso sarebbe più opportuna..

  10. seb Says:

    POSTO UN COMMENTO FACEBOOK DI UN AMICO DEL SUDAMERICA
    Quale futuro nefasto per Enna. Leggo lamentele su censure a Rifondazione. Siamo diventati talmente piccoli di pensiero che consideriamo organi di stampa vivicitta’ vivistucazzu o vivitillas tutta ca frisca e’ appartenenti al neoberlusconi cittadino titolare di testate altamente giornalistiche intestate ai figli alla moglie alle cognate ed ai suoceri. Ebbene, piccoli compagni di Rifondazione, sappiate che non c’e’ alcuna censura. Ogni proprietario di giornaletto parrocchiale e’ padrone di decidere quello che va messo sul suo ORGANO di stampa. In questo caso non si puo pretendere nulla da Dedalo o da altri Dedali indaffarati a raccogliere soldini dalle amministrazioni. Perche’ il giornaslismo paesano e’ fatto per queste miserabili cose. Ti dedico quattro righe su minchiate e tu mi fai dare un contributo.
    Non ho visto il film di Enzo (ma Enzo chi ???).
    La prossima volta rivolgetevi ai collaboratori de LA SICILIA (Savoca non e’ corrispondente ma solo collaboratore e basta) del GIORNALE DI SICILIA ( ce ne sono una decina a Enna), mandate un fax all’Ansa a Palermo, un altro alla sede rai di Palermo un comunicato alla redazione siciliana di Repubblica _ all’attenzione del caporedattore Sebastiano Messina- Alla ADN KRONOS , all’agenzia Italia (Giulia Martorana la conoscono tutti, vi aiutera’ sicuramente, chiedete il tel a Jose’ Trovato).
    Lasciate di pensare che questi vermicelli al pesto inacidito ai quali vi siete rivolti dandogli una importanza che non hanno, siano la STAMPA. Macche’. Cercatemi pure qui che una mano ve la diamo dal Sudamerica. Piccoli compagni di RI-fondazione. saluto a pugno chiuso e braccio steso. Ca Enna si persi in un bicchieri d’acqua!!!

  11. Finalmente ci siamo:”Quale futuro per Enna” è online! « Insorgenze d’alta quota Says:

    […] futuro per Enna” (del 30 dicembre 2010), “Censurati!” (del 10 gennaio 2011) e “Un bilancio per ri-partire” (del 12 gennaio 2011)” e per cui ringrazio tutti/e quelli/e che sono intervenuti/e o […]

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